La notizia della morte di Felice Gimondi arriva come una doccia fredda anche a Livigno, in Valtellina, dove è in ritiro collegiale la Nazionale Italiana di Mountain Bike. Nel gruppo degli azzurri c’è Chiara Teocchi, 22 anni di Ponteranica cresciuta alla corte della Bianchi squadra Corse di Cross Country di cui Felice è stato presidente. Era la sua pupilla, una ragazza di talento per la quale ha sempre avuto grande simpatia.
“Ancora non ci credo, Felice non è più tra di noi-dice commossa Chiara che abbiano raggiunto telefonicamente a Livigno-. Era come un padre, gli volevo molto bene e la cosa era reciproca. Ha sempre creduto in me, fin da quando piccolina mi prese nella sua squadra, avevo soltanto 12 anni. Un uomo gentile dal quale ho imparato tantissimo”. Cosa ricordi volentieri di Felice? “La prima corsa a 8 anni, per una casualità fu lui ad organizzarla a Valbrembo, vicino a Paladina, dove abitava. Ho un bellissimo ricordo perché fu la prima volta che vidi il campione”.
Cosa ti mancherà di Felice? “Tutto, ma soprattutto la sua determinazione, la sua grinta nel spronare gli atleti a dare sempre il massimo. Sapeva motivarti con le sue parole dolci e pacate, sapeva darti quella spinta neccesaria per arrivare fino in fondo. Il suo motto, testa bassa e menare non lo scorderò mai”.
Come hai saputo la notizia della morte. “Da internet, in primis dai siti specializzati che hanno e danno grande risalto alla notizia. E’ stato un colpo al cuore, subito si sono fatte avanti le lacrime e tanta è stata la commozione anche dei miei compagni di nazionale, del personale e degli albergatori. Chi non conosceva Gimondi, un’icona del ciclismo mondiale che ha scritto pagine di storia e infiammato i cuori di tantissimi appassionati”.
Un ultimo pensiero per il tuo presidente? “Riposa in pace Felice”.